È soltanto un Pokémon con le armi o è un qualcosa di più? Vieni a parlarne su Award & Oscar!
 
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Jorge Sjohundur.

Ultimo Aggiornamento: 17/12/2018 20:30
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Sesso: Maschile
17/12/2018 20:06

Un’isola in un punto non meglio precisato al largo delle coste del Farsen, abbastanza lontano da non rientrare nella giurisprudenza di alcun regno, forse nemmeno segnata nella maggior parte delle carte nautiche, del resto non sarebbe una cosa inverosimile considerando la superficie calpestabile della stessa, poco più di una manciata di sabbia e ciottoli in mezzo alla vastità del mare, appena qualche albero dalle dimensioni non eccessive, segno che forse v’è vita, qualche capo di selvaggina, probabilmente una fonte d’acqua dolce.
Un vento di ponente, lieve, poco più di una brezza, fa danzare il fuoco che scoppietta in turbinii di scintille, alimentato da legna non troppo secca, un fumo bianco e denso si innalza alla volta celeste appena coperta dalle nubi, oltre le quali l’astro lunare, una splendida luna calante, rischiara il cielo altrimenti oscuro come l’abisso che circonda questo punto nel mare.
Parole vengono portate dal vento, borbottii, risa, qualche bestemmia, il rumore di bottiglie che collidono, il suono di boccali che si incontrano in qualche brindisi a chissà quale evento, quale vittoria, qualcosa sta accadendo sull’isolotto, una cinquantina di persone, ad occhio e croce, assiepate attorno a quella fonte di luce, seduti chi per terra, chi su quelli che in passato erano tronchi d’albero, il vestiario non è certamente ricco, non sono nobili o aristocratici, quantomeno non lo sono più alcuni di essi, quanto un’evidente accozzaglia di persone delle razze più disparate, persino alcuni goblin ed elfi, tutti intenti a bere e far baldoria.
Uomini liberi.
Pirati.
Ma ecco, la caciara va smorzandosi, scemando in sussurri ed infine nel silenzio interrotto unicamente dal crepitare della legna che arde consumandosi lentamente.
Un umano non particolarmente corpulento s’alza dal suo posto, veste poco meglio rispetto agli altri presenti, non porta armi al pari del resto della combriccola, una blusa piuttosto sgualcita, probabilmente nera da nuova, e rattoppata in più punti, un cappello a tricorno adornato di piume e gingilli vari, una bandana rossa a cingergli il capo e raccoglierne i capelli, una massa lunga sino alle spalle e brizzolata, al pari della folta barba lunga sino al petto, il volto dell’umano porta gli evidenti segni di anni passati sotto al sole e vittima delle inclementi intemperie al quale ha dovuto tener testa nella sua vita da scorridore dei mari, cicatrici più o meno evidenti ne solcano la pelle tirata dalla salsedine e piuttosto abbronzata, una pipa nella bocca, retta dalle labbra parzialmente celate dai baffi.
La mano destra si sposta, andando ad afferrare il corpo della pipa, scostandone il bocchino ed abbassandola sino a metà del petto, una voluta di fumo denso e bianco viene espirato, andando a perdersi trascinato dal vento, gli occhi furbi dalle iridi azzurre come il mare in rada si spostano sui presenti, senza soffermarsi su alcuno in particolare, persino con una nota di affetto forse, prima schiarirsi la voce con un verso gutturale ed iniziare, continuando ad osservare i presenti, facendo scorrere lentamente lo sguardo su ciascuno di loro.
La voce è calda e vivace, chiaro segno che nonostante l’età è ancora un fiero scorridore dei mari, affatto stanco della vita che sta vivendo e che ha vissuto, il capitano.
[Amici miei, camerati, alcuni di voi senza dubbio già conoscono la mia storia, la storia che è quella di tutti noi in realtà, la storia di questa ciurma. Qualcuno non c’è più, compare Shanaas ha reclamato la loro pellaccia, ma alcuni altri sono ancora qua a testimoniare le eroiche imprese dei loro amici!]
Un boato si leva, un latrato di un branco di lupi, perché loro lo sono; sono lupi di mare.
Il filibustiere attende qualche attimo che gli animi si calmino, prima di riprendere la parola, iniziando di fatto il racconto.
[Nessun futuro c’era nel Farsen per il figlio d’un pover’uomo come me, così avevo lasciato la mia dimora andando a tentar la fortuna per mare. Avevo firmato su nave mercantile diretta nel Maevathan, ma ben presto ci siam trovati intrappolati nel vento della pirateria.]
La pipa viene riportata alle labbra, dalle quali poco dopo un’altra voluta di fumo fuoriesce andando a disperdersi nell’aria.
[Abbiamo scorto vele all’orizzonte e abbiam tentato la fuga, i pirati avevano issato la bandiera nera e la nostra fuga era finita ben presto, quando quei pirati ci avevano abbordati il loro capitano ci aveva detto, ad uno ad uno, “puoi morire o unirti alla mia ciurma ragazzo mio, il tempo vola quando hai il rum!”]
Sorride il pirata, un ghigno sardonico mentre alcune risate si sollevano tra i presenti.
[Con una balestra alla fronte beh, la mia scelta è stata fin troppo chiara, mi sono congedato dal mercantile e son diventato un filibustiere, ed anche se mi hanno risparmiato la vita penso che se dovessi essere onesto mi ero unito a loro per le promesse di avventure, rum ed oro!
Il quartiermastro mi aveva dato in mano un compasso ed una sciabola e non appena avevo firmato la carte d’imbarco il capitano m’ha detto “Figliolo, noi gentiluomini di ventura viviamo rapidamente e di corsa, quindi sali lesto e prendi la tua parte, il tempo vola quando hai il rum!”]
Tutti lo osservano in silenzio mentre il capitano s’umetta le labbra con la lingua, riprendendo alcuni istanti dopo.
[Per due lunghi anni ho navigato con loro attraverso i mari di Aengard, abbiamo catturato navi da Dirhae, Narvick, Balsjord e Naldelin, abbiamo preso loro quanto abbiamo potuto per poi sperperarli, perché in fondo questo è il codice dei pirati, e al nostro passaggio il mare si tingeva di rosso sangue!]
Il tono si fa più cupo mentre la storia prosegue.
[L’ammiragliato a Naldelin aveva mandato una flotta a catturarci, un traditore a Dalen aveva detto loro dove avrebbero potuto trovarci, ci avevano circondati ed era allora che il nostro capitano ha urlato “Lasciateli venire! La battaglia finirà ben presto, il tempo vola quando hai il rum!”
Abbiamo issato la bandiera rossa ed abbiamo preparato tutta l’artiglieria, nessun quartiere sarebbe stato dato e non ci aspettavamo niente di meno, ci siamo preparati e ce l’avevamo fatta, una buona bordata ci aveva sollevato il morale, ma eravamo superati in numero di dieci ad uno, ci avevano dimezzati in breve tempo e la nostra vita di pirateria era finita.]
Il capo viene scosso, qualcuno accanto a lui gli passa una bottiglia di vetro spesso ed il pirata dopo averla afferrata se la porta alle labbra mandando giù una lunga sorsata, buttando la bottiglia a terra dove affonda un poco nella sabbia e, dopo essersi asciugato labbra e barba con la manica sinistra della giacca, riprende il racconto.
[Ci avevano portato indietro alla città di Naldelin in catene, il cappio dell’esecuzione dondolava dalla piattaforma di esecuzione, il capitano si era girato e mi aveva detto “Abbiamo avuto una bella avventura, ragazzo mio, il viaggio è finito troppo presto però, il tempo vola quando hai il rum.”]
Il filibustiere torna a fumare la pipa, facendo un paio di boccate scuotendo le spalle, come a scacciare un brutto ricordo, cosa che è condivisa da alcuni dei presenti i cui volti si sono rabbuiati.
[Ora che avete ascoltato questa storia e saputo quanto accaduto, sono sicuro che abbiate ipotizzato il fatto che io sia scampato al cappio del boia e fuggito con la mia pellaccia.
Ma come sono scampato, questa è un’altra storia amici miei, ed i miei giorni di viaggio non sono ancora terminati, il tempo vola quando hai il rum!]
Alcuni ridono, altri borbottano, ma la storia non è ovviamente conclusa, mancano molti anni per giungere al presente.
[Dopo essere fuggito da Naldelin son giunto a Dalen, senza dubbio il posto migliore per un fuggiasco ove trovar nascondiglio, e lì ritrovai parte della ciurma del capitano Bavastro, pochi rispetto a quando navigavamo tutti assieme, ma comunque i miei camerati. Ci eravamo recati nuovamente a Naldelin, quel cane di Charles Saunders ci aveva venduti in cambio di un salvacondotta col quale iniziare un’attività di mercante, un bel salto in avanti dal contrabbandiere che era, nevvero? Ebbene, trovarlo è stato un poco difficile, ma si sa, le notizie circolano veloci sul vento dei pirati, e così lo avevamo rintracciato e senza neanche troppe difficoltà era finito appeso al pennone di maestra. La Bavastro era la nave che gli era fruttato l’averci traditi.]
Sputa a terra con sdegno il pirata.



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[Modificato da EvenMorePain 17/12/2018 20:30]
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